[NEWS E STAMPA]
27.11.2025
L’UNICITA’ DELL’ARCHIVIO STORICO OLIVETTI
Anna Maria Viotto e Cristina Accornero raccontano le peculiarità dell’Archivio Olivetti, un unicum nel panorama italiano e non solo.
Ai nostri microfoni Anna Maria Viotto, responsabile della biblioteca dell’Associazione Archivio Storico Olivetti, e Cristina Accornero, storica e autrice di numerosi saggi e volumi. Insieme alle nostre ospiti, scopriremo il mondo dell’Archivio Storico Olivetti, la sua complessità e l’unicità che lo contraddistingue. L’immensità dei documenti presenti all’interno dell’archivio, dal design ai prodotti, dalle lettere ai progetti, lo rendono un caso unico e preziosissimo, da conservare e divulgare. Per scoprire l’immensità del mondo Olivetti, che ha reso Ivrea, città industriale del XXI secolo, patrimonio Unesco, ci affidiamo alle loro sapienti parole.
Dott.ssa Viotto, che cosa rende così speciale l’Archivio Olivetti?
La particolarità, che rende inimitabile l’Archivio Storico Olivetti, è la quantità di materiale che conserva al suo interno. Noi siamo un’associazione culturale e il nostro primo compito è quello di schedare, studiare e divulgare tutto l’immenso repertorio di materiali che Olivetti ci ha lasciato. Ovviamente un’altra cifra fondamentale è la qualità dei documenti raccolti nell’Archivio e nella Biblioteca, poiché i migliori pezzi di design degli anni 50’e 60’, prodotti iconici e avanguardisti, macchine che sembrano provenire dal futuro, sono tutti condensati nel nostro grande mondo. Questo universo però è ancora da scoprire e diffondere, quindi il lavoro da fare è ancora tanto.
Dott.ssa Accornero, esistono altri esempi di industriali illuminati al livello di Olivetti in Italia?
In realtà no. Ci sono esempi, ma niente che possa essere paragonato alla vastità e alla complessità che Adriano Olivetti ha concepito e realizzato. L’innovazione di Olivetti sta nell’impostazione, nel concepimento ab origine dell’impresa. L’approccio non paternalistico ma coinvolgente di Adriano, il fatto che non ci fosse un modus operandi imperativo ma dialogico, sono gli elementi distintivi. Mettere l’uomo al centro è stato da sempre il suo obiettivo, e ci è riuscito. Per questi motivi la Olivetti rappresenta un caso unico e magnifico, da studiare, senza però cadere nell’errore della mitizzazione.
Possiamo dire che l’eredità di Olivetti non ha ancora trovato un successore?
L’eredità di Olivetti in realtà non ha ancora finito di essere raccontata. Il materiale presente nell’Archivio è vastissimo, e storie da diffondere ce ne sono tantissime. Ad esempio quella di un parmigiano, originario di Noceto, che fu una figura rilevante. Per scoprire queste chicche dovete partecipare agli incontri del Festival, oppure venire ad Ivrea e visitare la Biblioteca Olivetti - spiega Viotto.
L’unicità, dovuta anche a contingenze storiche, deve anche in un certo senso rimanere tale, quindi inimitabile. Non si tratta di raccogliere l’eredità di Camillo e Adriano Olivetti, ma di studiarla e raccontarla - conclude Accornero.
di Ferrari Alberto
Ferrari Alberto
