[NEWS E STAMPA]
24.11.2025
Industria che risponde a cultura: intervista all’Ing. Giuseppe Iotti
L’Ing. Iotti racconta la genesi del Festival della Narrazione Industriale
Il Festival della Narrazione Industriale è un delicato sistema composto da numerosi ingranaggi ed elementi. Ma qual è stato l'ingranaggio che ha dato il là per aprire le danze? In questo caso, parliamo dell’ideatore del Festival, una parte di tre del Comitato Direttivo dell’evento: l’Ing. Giuseppe Iotti. Ingegnere elettronico, dal 1983 lavora nel campo dell’ascensoristica come co-titolare dell'azienda Koppel A.W. con sede a Parma.
L’ingegnere è un grande esperto tecnico del proprio settore, lo dimostrano le cariche che ricopre al di fuori di Koppel: coordinatore della Commissione sulla Sicurezza degli Ascensori in Commissione Europea, è stato rappresentante delle PMI europee presso il Lift Working Group della Commissione e segretario di Efesme, Federazione delle PMI ascensoristiche europee.
La sua idea progettuale nasce in fusione al suo profondo interesse personale nei confronti della cultura e della letteratura. Per questo abbiamo chiesto all’Ing. Iotti di parlare ai nostri microfoni soprattutto della genesi dell’iniziativa e delle motivazioni intrinseche che rendono un Festival di questo tipo una vera e propria necessità e un’urgenza culturale.
Come è nata l'idea di organizzare questo Festival?
Sia oggi, ma anche in passato, c'è stata una certa distanza tra gli artisti, gli intellettuali, scrittori, cineasti, poeti… tra loro e l'industria. Per industria si intende, diciamo proprio, la manifattura, la fabbrica. Una distanza che alcuni intellettuali sono riusciti a coprire. E noi vogliamo raccontare un po' le storie di queste storie, di queste narrazioni che da un punto di vista terzo riguardano la fabbrica, ma con essa anche tutta la società.
Perché è stata scelta la tematica dell’Umanesimo Industriale?
Perché è sotteso, l'umanesimo industriale è sotteso a questo tipo di racconto. In ultima analisi, noi raccontiamo di persone, abbiamo una concezione della persona che vive la società e vive anche il mondo della produzione.
Quale contributo si aspetta nel Festival dagli studenti coinvolti?
Questo tema della narrazione industriale è considerato un po' di élite, non è molto conosciuto e questo per il pubblico generale, il nostro timore è che forse nel mondo giovanile ancora di più. Perciò vogliamo coinvolgere proprio i giovani, in modo che ci sia una maggiore conoscenza, una maggiore partecipazione.
Qual è l’obiettivo che si pone questo Festival?
L'obiettivo principale è proprio quello di far conoscere un mondo, un mondo letterario, di cinema, di poesia che forse non è stato conosciuto come meriterebbe, sia in Italia ma anche probabilmente nel mondo occidentale in generale.
di Martina Leva
Martina Leva

