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23.11.2025
Gazzetta di Parma | Festival della Narrazione industriale | Per un nuovo umanesimo d'azienda
Da domani al 29, settimana di appuntamenti con letterati, giornalisti, architetti e imprenditori sul futuro dell'impresa. Al centro il «modello Olivetti».
Il mondo della tecnica e il mondo della cultura, l'industria da una parte, l'arte e la letteratura dall'altra. La modernità ci ha abituati a considerarli universi distanti, quasi antitetici, dimenticando quella che in realtà, in Italia, è una lunga tradizione: la letteratura industriale.
Era il 1978 quando Primo Levi pubblicava con Einaudi «La chiave a stella», la storia di Libertino Faussone, operaio specializzato, raccontata attraverso gli attrezzi del mestiere. Ancor prima, sul finire degli anni Trenta, nella sede di Ivrea della Olivetti nasceva la prima Biblioteca di Fabbrica.
Fu solo l'inizio, il primo passo di quello che ancora oggi è conosciuto come il «Sistema culturale Olivetti»: l'idea di una fabbrica che non si limita a generare profitto economico, ma che è in grado di fare cultura, di distribuire servizi e democrazia; un'impresa in cui sia riconosciuta la centralità dell'individuo, la sua crescita personale e professionale e il conseguente riverbero sulla società.
«Io penso la fabbrica per l'uomo, non l'uomo per la fabbrica», diceva Adriano Olivetti.
L'idea – non solo auspicabile ma anche possibile – di un «umanesimo industriale» sarà al centro della seconda edizione del Festival della Letteratura Industriale, in programma a Parma dal 24 al 29 novembre.
Una settimana di eventi e appuntamenti gratuiti per parlare di impresa, ma anche di letteratura, di società, di relazioni.
Il Festival della Narrazione Industriale è organizzato – in collaborazione con l'Università degli studi di Parma e con il patrocinio del Comune di Parma – da un comitato scientifico presieduto da Isotta Piazza, prorettrice e professoressa di Letteratura italiana contemporanea dell'Ateneo, affiancata dall'imprenditore Giuseppe Iotti, e riunisce figure di primo piano del mondo accademico, giornalistico e culturale, tra cui Giancarlo Gonizzi (Archivio storico Barilla), Katia Golini e Claudio Rinaldi (Gazzetta di Parma), Giuseppe Lupo (Università Cattolica di Milano), Tiziano Toracca (Università di Udine), Diego Varini e Carlo Varotti (Università di Parma).
L'obiettivo, attraverso lo sguardo narrativo d'autore – letterario, cinematografico, fotografico, teatrale o accademico – è offrire a un pubblico sempre più vasto spunti di riflessione e occasioni di confronto sul mondo del lavoro industriale e su come questo influisca sulle trasformazioni sociali, sulla cultura, sui rapporti tra generazioni, contribuendo a definire l'immaginario collettivo dei desideri e delle aspirazioni della società nella sua interezza.
Il Sistema culturale Olivetti sarà uno dei protagonisti del Festival della Narrazione Industriale, a partire dalla mostra dedicata che inaugurerà lunedì 24 novembre all'Oratorio Novo della Biblioteca Civica, dando il via alla settimana di eventi.
Si parlerà della Biblioteca Olivetti dal punto di vista architettonico, per la sua struttura straordinariamente innovativa e funzionale per l'epoca, e si approfondirà il tema della produzione di riviste e periodici di grande rilievo da parte della Olivetti.
Si parlerà, ovviamente, di libri e letteratura: Giuseppe Lupo, mercoledì 26 novembre, presenterà il suo ultimo romanzo, «Storia d'amore e macchine da scrivere» con una storica Olivetti Lettera 22 a fare da sfondo e seguirà un incontro dedicato alla storia del Premio Biella Letteratura e Industria, prestigioso riconoscimento con cui quest'anno il Festival della Narrazione Industriale ha avviato una proficua sinergia.
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